“Farò il sindaco a tempo pieno fino alla fine del mio mandato”

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Il sindaco Gianluca Bardone spiega quello che resta da fare del suo programma

 TORTONA – Nuovo anno e ultimi mesi di mandato per l’amministrazione comunale di Tortona, prima della scadenza elettorale.

Il sindaco Gianluca Bardone in questa intervista di inizio 2019 ha voluto fare anche un riepilogo di quello che resta ancora da concretizzare del suo programma di mandato.

 

Cosa prevedono gli ultimi mesi del suo mandato?

“Sono moderatamente soddisfatto di quanto svolto finora e ottimista sui passaggi ancora da concludere.

L’obiettivo mio e dell’amministrazione per i prossimi mesi sarà cercare di realizzare quanto ancora manca per completare quasi tutti i punti del programma; probabilmente nessuna amministrazione riesce mai a fare tutto quanto si è prefissata, ma sono fiducioso di potere concludere il mio mandato con la quasi totalità di quanto proposto agli elettori cinque anni fa”.

 

Per lo sviluppo economico su cosa può agire un’amministrazione comunale?

“In due modi: creando presupposti con la pianificazione, come ad esempio adeguando le norme del piano regolatore generale, e facendosi trovare pronti a cogliere opportunità; un esempio è la proposta della Cittadella dello Sport, su cui il gruppo Gavio intende investire 10 milioni di euro, su un’area vicinissima alla città; questa sarà una grande opportunità per il territorio non solo per lo sport”.

 

I cittadini si rendono conto che è forte la difficoltà di trovare lavoro…

“Questo territorio ha subito una profonda trasformazione, ma Tortona non deve considerarsi un’area depressa dove non si può trovare lavoro. Le difficoltà che incontrano i ragazzi tortonesi sono le difficoltà che tutti incontrano, in più in un comprensorio che ha perso negli anni tante realtà industriali.

Oggi abbiamo però una logistica di grande rilievo, cui lo sviluppo connesso al Terzo Valico darà ulteriore impulso, c’è ancora industria, ci sono i servizi, un grosso lavoro anche con il settore pubblico è stato fatto sull’agricoltura, con il recupero di tante tipicità, dalla fragola profumata al grano San Pastore.

Molto deve e può essere ancora fatto in tutti i settori produttivi, ma non siamo a zero”.

 

La politica nazionale sembra sottovalutare il dato dell’emigrazione dall’Italia o comunque dai singoli territori verso altri, mentre viene dato enorme peso ai flussi di immigrazione. Anche in città spesso sono state montate polemiche sulla presenza di migranti in città, mettendo sullo stesso piano le situazioni integrate con quelle dell’accoglienza.

Riguardo alle prime, sono un segno di come Tortona possa attrarre dei lavoratori.

“Abbiamo tanti esempi concreti e me ne accorgo nel momento in cui arrivano in Comune per ottenere la cittadinanza. In quel momento è tangibile vedere quanto credano nel paese che hanno scelto come loro nuova patria.

Dobbiamo confrontarci con i numeri: dal 2000 al 2015 sono arrivati in città 3500 abitanti da paesi stranieri: non tutti vengono da paesi in guerra, alcuni hanno fatto scelte di vita ben precise. Molti hanno ricongiunto la famiglia, si sono integrati perfettamente, lavorano, i figli frequentano le nostre scuole.

In tutto questo argomento mi sfuggono le ragioni per cui il problema sembri essere solo in quei 70 migranti arrivati in città nei progetti di accoglienza, inviati peraltro dalla prefettura e non gestiti dal Comune, situazioni che peraltro in questi anni non hanno causato problemi di ordine pubblico inviati dalla prefettura, verso cui mi ero fatto sentire quando venivano incaricate cooperative di dubbia esperienza nel settore.

Chiudere questo sistema rischia però di trasformare il profugo e ciò mette l’amministrazione in difficoltà per garantire sicurezza”.

 

L’intervento che ha caratterizzato il 2019, legato all’edilizia scolastica, dimostra come l’urgenza possa anche aprire nuove prospettive.

“La mia amministrazione ha dovuto affrontare anche parecchie emergenze, dall’inagibilità di alcune scuole ai lavori post alluvione, a diverse situazioni che negli anni si sono presentate. Abbiamo avviato studi su tutti i plessi scolastici per le verifiche statiche, ancora prima che arrivasse l’indicazione governativa.

La prontezza e la cura degli uffici comunali e dei tecnici ha individuato una soluzione provvisoria risultata anche migliore della originaria, a detta di insegnanti e genitori, almeno per le sedi di piazzale Mossi e via Bonavoglia.

Abbiamo stanziato altri fondi per rendere ancora più confortevoli le attuali sedi, ma ritengo si debba riportare il plesso nel quartiere di San Bernardino, per questo dobbiamo reperire milioni di euro.

 

Un tema che non rientra nella piena decisionalità di un sindaco ma che è vitale per il territorio sono i servizi ospedalieri.

“Siamo sempre stati vigili e pronti a sollecitare il mantenimento degli impegni presi da parte dell’Asl.

Mi sembra che l’attuale dirigenza abbia un orientamento ben diverso rispetto al passato e che si sia passati da forti prospettive di ridimensionamento a prospettive di rilancio, con l’arrivo dei nuovi primari, la progettualità per le sale operatorie.

Ora si deve concretizzare il reparto riabilitazione, punto fermo per il futuro”.

 

Il suo augurio per il 2019?

“Per i tortonesi auguro un sentimento di serenità; per il mio impegno, ho fatto il sindaco a tempo pieno e intendo farlo fino all’ultimo giorno cercando di dare un contributo per migliorare la città”.

Stefano Brocchetti

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